Poeti di Ortigia

Edizioni Pentapoli, 1968, pagg.  130

Più che un’antologia, questo libro è un catalogo di testimonianza ed è nato con preoccupazioni diverse da quelle di fornire un "panorama"; non può essere di conseguenza accusato di inopportune parzialità. Sembra inoltre a chi scrive, pur nella confessata incompetenza, che esista in esso la cifra di un comune denominatore: il sentimento della dipendenza dalla propria terra…

Santi Luigi Agnello

Il volume ha il pregio, per chi, come noi, conosce già le vive forze poetiche del nostro ambiente, di avere allargato la panoramica e di avere scoperto nuovi elementi che contribuiscono ad arricchire la "Galleria dei personaggi"…

Arturo Messina

 


 

Non ditelo al tempo

Editrice Meridionale, 1973, pagg. 112

Pur non schierandosi direttamene contro i "padroni" tuttavia mette a nudo il suo animo. C'è della sensibilità in quello che scrive, c'è uno sfrenato desiderio di vedere il mondo migliore pur se il meccanismo ha incastrato l'uomo. Guarraci non perde la sua vena, non abbandona i suoi affetti quando si rivolge al figlio, quando auspica rassegnazione di fronte alla realtà delle cose.

Romeo Gentilini

Guarraci ci dà un verso fatto di parole sputate, crudeli in certi temi, disperate nell'ispirazione, radicate nell'amarezza di una umanità trascurata ... Guarraci va tra i nostri poeti nuovi perché pur riprendendo sintesi futuriste, essenzialità e ricerca concentrica, tiene conto esclusivamente del fatto reale.

Dino Cartia

…la giuria del "Premio letterario Carlo Capodieci" ha giustamente assegnato il 1° premio Opera Prima all’atteso libro di Guarraci e Gibilisco "Non ditelo al tempo".

Anna Onorato

 

 

Pupi e pupari a Siracusa 1875-1975

Editrice Meridionale, 1975, pagg. 76

L'accurato lavoro di Giuseppe Guarraci, che salva dalla dispersione altrimenti inevitabile, una serie di preziose e curiose notizie, continua ed arricchisce la documentazione sull'Opera dei pupi del Siracusano già assicurata agli studiosi dall'infaticabile Antonino Uccello.

Giovanni Calendoli

Giuseppe Guarraci in un suo vivace libretto, Pupi e pupari a Siracusa (Editrice Meridionale, Roma 1975), presentato da Giovanni Calendoli, rievoca un secolo esatto di storia, dal 1875 al 1975, in gran parte accentrata sull'attività straordinaria dei fratelli Puzzo in quella che fu e resta, Siracusa, una 'capitale dello spettacolo' a livello universale, per la tradizione della tragedia. Ed è bello, è utilissimo che accanto a una tradizione del genere la ricerca storica possa allineare quella non subalterna ma schiettamente popolare,  dell'Opera dei Pupi. I documenti che il Guarraci ha raccolto sono curiosi e spesso rivelatori, ma uno di essi (il copione del dramma per pupi "Haida") è addirittura strepitoso per il suo furente surrealismo, per il suo gusto del romanzo scenico, antecedente ma consumistico di due generi correnti ai nostri giorni: il fumetto e lo sceneggiato televisivo, croce e delizia della civiltà di massa.

Ruggero Jacobbi

Caro Guarraci, il concetto o preconcetto laicistico che all'opera dei pupi viene offerto dal pur ottimo prof. Calendoli nell'introduzione al Suo lavoro mi aveva fatto temere chiusure ideologiche; e, invece, vedo che "Pupi e pupari a Siracusa" sono stati da Lei restituiti con un amore e con una libertà che sanno di verità e di poesia. Alla luce della Sua testimonianza ho avuto modo di rivedere l'idea che mi ero fatta del teatro dei pupi siracusano, cioè di un'opera girovaga, di cui avevo letto, mi pare, in un soggetto dell'amico Antonino Uccello o da lui  sentito.

Fortunato Pasqualino

Uno degli studiosi più famosi di queste tradizioni, in particolare la tradizione dei pupi: Giuseppe Guarraci.

Piero Badaloni

…una giuria formata da giovani giornalisti aderenti al "Gruppo di Proposta 75" del concorso "Il Calamaio", sabato 4 dicembre, ha premiato lo scrittore siracusano Giuseppe Guarraci, che ha avuto assegnato il primo premio per la saggistica, con il suo libro "Pupi e Pupari a Siracusa".

Tonj Cap.

 

Cronache del teatro siracusano

Edizione Siracusa, 1977, pagg. 136

Un documento ricco di fatti e di personaggi, di riferimenti storici e di gustosi particolari che denunciano il rigore di una metodica di ricerca seria ed appassionata e che mettono in luce l’abilità di Guarraci nel ricostruire, in virtù di un paziente lavoro di mosaico che trae lo spunto da versioni diverse, il fatto nella sua limpida realtà

Armando Galea

Pino Guarraci, con un mezzo espressivo piano, discorsivo, spesso anche posto in prima persona, giacché egli pure è stato attore gia tante volte nell’ambiente teatrale aretuseo applaudito, traccia, sia pure per linee sintetiche, un quadro molto significativo di tutta l’attività, tenendo nel debito conto fatti e personaggi.

Arturo Messina

"Cronache del teatro siracusano", un autentico atto d’amore alla storiografia del teatro siciliano, unica opera finora concepita che fa la mappa dell’attività siracusana nei tempi, risaltandone fatti e persone.

L'Aretuseo di Siracusa

 

Incontri

Gruppo Artistico Siracusa ’78, 1978, pagg. 32

Guarraci, molto noto nell'ambiente culturale siracusano...è un dinamico per natura, un poeta che si compiace di usare il termine "forte", la figura viva, impressionante, il verso che fa colpo; in ultima analisi è un assertore della poesia "intuitiva" che esprima "ogni sfaccettatura del sentimento"; ed in realtà egli è un Poeta libero da schemi e da preconcetti che canta la "sua" poesia.

Giuseppe Aloisio

Versi scarni, incisivi, pietrificati, quelli di Guarraci... Poesia forte, temprata, profondamente meditata e poi espulsa con veemenza e sdegno... Sulla scia di un simbolismo che a Siracusa ha avuto buoni discepoli (Enzo Giudice per esempio); Guarraci si muove agevolmente, senza forzature di linguaggio e di espressioni; cercando ogni parola nel suo significato più intimo: Con questo stile teso e sobrio l'amarezza di Guarraci diventa pianto rabbioso.

Corrado Di Pietro

Il Guarraci ci dimostra chiaramente di avere raggiunto una personale essenzialità espressiva, che scarnifica il discorso nella tropologia e nella analogia più ardita: sono, le sue, lampeggianti immagini improvvise che si dipanano più da situazioni atematiche aforetiche che da uno sviluppo di riflessioni su un determinato argomento.

Arturo Messina

 

 

Iliadi

Gruppo Artistico Siracusa ’78, 1981, pagg. 30

…con un nuovo lavoro poetico uscito appena il mese scorso per i tipi della "Saturnia" ed edito dal Gruppo Artistico Siracusa ’78, che pone sul tavolo della discussione la questione della lingua…La sua "Iliadi" è scritta infatti - come egli stesso tiene a puntualizzare in fondo all’opera - "in un dialetto siciliano quanto mai accessibile, non letterario ma vicinissimo alla parlata popolare".

Arturo Messina

"Iliadi" di Giuseppe Guarraci, tutte quartine per 28 pagine complessive, lo possiamo dividere in due parti la prima sorridente, discorsiva dove l’autore si diverte ad inserire nell’angusta trama taluni modi di dire, battute, espressioni tipiche del nostro dialetto.

Giuseppe Benanti

 

Dopo l’uragano

Gruppo Artistico Siracusa ’78, 1984, pagg. 48

La forza della sua poetica è nel velato misticismo, frammisto spesso al nostalgico assenso del rifiuto delle correnti quali mode gnoseologiche. Debbo confessare che "Dopo l'Uragano" piacque subito e non solo a me... Guarraci mostra interamente il suo vivace dibattito interiore, migliorandone la esposizione e la dedizione al "mondo".

Corrado Cartia

Giungo con qualche anno di ritardo a parlare di questo libretto di poesie di Giuseppe Guarraci ma sapevo di dovermi misurare non solo con le parole ma soprattutto con la coscienza umana, inquietante e palpitante che Guarraci ama sbatterci in faccia ad ogni verso: questo mi sgomentava e mi faceva rimandare il contatto con la poesia "impegnata" del bravo poeta siracusano... Pino Guarraci, accortamente, sgronda la lingua da tutto ciò che non è essenziale nella sua visione poetica, dall'ortografia all'eccessiva aggettivazione; sistema le parole nella pagina in modo da rispettare pause e toni e chiude il pensiero dentro un corpo sintattitico scattante, nervoso spesso, sempre in bilico tra finzioni futuriste e scansioni emetiche.

Corrado Di Pietro

 

"Canti d’amore e di morte" da Confini esclusivi

Confini Esclusivi, 1987, Pagg. 128

Il "Canto" di Giuseppe Guarraci sui temi dell'amore e della morte, nel riconoscimento della inevitabile alternanza di momenti felici e di infelicità, offre, in un virile atteggiamento spirituale, la possibilità di un superamento attraverso il motivo del ricordo e del sogno.

Mirella Parisini

Nelle poesie di Giuseppe Guarraci si evidenzia un pessimismo nuovo, sotto certi aspetti positivo, diametralmente diverso da quello tragico del Leopardi. Nei "Canti d'amore e di morte" del Guarraci si riscontra l'uomo nei suoi momenti positivi e negativi, nella gioia e nel dolore, con tutti i suoi complessi che lo rendono schiavo della vita.

Giuseppe la Delfa

I connotati stilistici della poesia di Guarraci sono molto diversi a seconda che si tratti di poesia in lingua o di poesia in dialetto. Nella prima il componimento, di breve respiro, poggia quasi del tutto su rapide immagini che procedono per sovrapposizione, in forma paratattica, senza punteggiatura e maiuscole, come un fiume che, scorrendo, s'ingrossa; un accumulo continuo di sensazioni e di figurazioni scandite da un ritmo lento, sobrio, ricco di sospensioni, di tagli, di languori e di inerpicamenti sentimentali e linguistici... Le cose più belle di Guarraci sono proprio queste "illuminazioni" epigrammatiche di straordinaria e struggente maliconia.

Corrado Di Pietro

Erano anni in cui il nostro Guarraci tentava, con i mezzi della poesia, di dare significazioni e risposte alle istanze, promossegli da un disagio esistenziale, che lo costringevano a sputare sulla carta, quasi con arroganza e veemenza, con versi stenografici, il suo desiderio inconscio di certezze…

Giuseppe Gibilisco

 

Tra miti e leggende la storia di siracusa

… Guarraci, passando disinvoltamente da una metrica libera e sciolta delle poesie in lingua a una chiusa e compatta qual è quella di questa storia, ci dimostra la sua completa perizia tecnica; anzi smessi gli abiti del poera colto (in lingua), s’immerge nella tematica popolare acquisendo anche i ritmi e i toni di tal poesia. Ler quartine in endecasillabi a rima alternata, sono scorrevoli e piacevoli a leggersi, mai stentate e non lasciano trasparire, se non solo in qualche passo, il paziente labor limae che questo testo avrà avuto.

Corrado Di Pietro

Una "Storia di Siracusa" sotto forma di poema, probabilmente è difficile da trovare in libreria. Se poi il poema è in lingua siciliana, le difficoltà di reperirne copie aumentano considerevolmente. Perciò diventa importante avere sottomano questa "Storia di Siracusa", poema in siciliano, che tra miti e leggende è stata riproposta da Giuseppe Guarraci per le Edizioni Siracusane.

Aldo Formosa

 

Dies Irae

Produzione Propria Edizione limitata

In mancanza di una sua collocazione più autentica e più vera, Guarraci andava ripercorrendo, inconsapevolmentre, la lunga strada che portò Paolo alle porte di Damasco, una strada irta di contraddizioni e di conflitti interiori. Una strada in fondo alla quale, infine, una luce accecante avrebbe fatto stramazzare il suo "cavallo del mondo ibrido" catapultando il nostro poeta verso una verità di fede.

Giuseppe Gibilisco 

Pino Guarraci è un poeta che bisogna leggere con attenzione, soprattutto quando parla in versi delle nostre tradizioni e delle leggende, quando ritrae certi ragazzi di Ortigia o quando rifà in versi siciliani la storia degli eroi dell'Iliade. A volte il carattere di ragazzo esce fuori con le speranze, mentre spesso l'uomo di oggi, duro e cinico, legato ad una realtà ottenebrante e incivile, avanza prepotente per svegliare quello sciocco ragazzo di ieri che non è più degno di continuare a sperare. Ma l'uomo di oggi, il Guarraci degli anni Novanta non spera più nei miracoli di chi ha cercato di distruggere perfino la sua stessa immagine. Il Guarraci di oggi confida solo in quel Dio a cui da più di dieci anni ha dedicato la sua esistenza, il Dio che gli dà la forza di sopravvivere e gli ha ispirato il componimento più significativo, quel "Dies Irae", che rappresenta l'amorevole omaggio di un figlio verso il Padre. Guarraci è tutto qui, in questo mio ritratto scritto di getto sopra un foglio di carta che rappresenta tutta la nostra rabbia repressa. Non c'è niente di arcano da scoprire in lui. E' l'uomo più semplice e onesto da conoscere e stimare, da capire e amare. Il suo, in poche parole, è lo stesso mio ritratto morale.

Armando Greco

E’ un lirismo intimo, essenziale, liberatorio, non forzatamente legato alle tematiche esistenzaiali religiose storiche che spesso appesantiscono l’ispirazione stessa e conseguentemente la versificazione. Così è per Dies Irae dove l’intento apologetico è più manifesto e non di rado sopravanza il dettato poetico, lega l’immagine a uno stereotipo di tipo biblico (tra il salmico e l’apocalittico), imbrigliando la più naturale tendenza di Guarraci a manifestarsi attraverso una poetica simbolica e indiretta, anziché esplicita e diretta.

Corrado Di Pietro

 

I ragazzi di Ortigia

Produzione Propria Edizione Limitata

"I ragazzi di Ortigia" si compone delle raccolte "I canti della fanciullezza" che sono un fresco revival tutto siracusano, fatto di immagini, pensieri, sogni, momenti, aspirazioni, rimpianti, riflessioni; cose di tutti i giorni fuse nella paesaggistica siracusana, mentre "I canti dell’innocenza", sono rappresentazioni delle prime aspirazioni, delle esperienze e sogni dei giovani che si accostano alla vita.

L’Aretuseo di Siracusa

 

Poesie 1980

Produzione Propria Edizione Limitata

"Poesie 1980", sono ricordi degli anni ottanta e comprendono le raccolte "Frammenti di vita", liriche di sapore esistenziale, meditazioni su fatti di cronaca che lasciano, come sempre, l’amaro in bocca e la delusione di un presente-passato che scompare nell’inutilità di tutti i giorni e "Riflessioni d’agosto", in cui emerge una esigenza di verità che possa giustificare l’essere e la vita.

L’Aretuseo di Siracusa

 

Quannu canta la lupara

Produzione Propria Edizione Limitata

 

"Quannu canta la lupara", sono un insieme di sonetti raggruppati e titolati da Dino Cartia per essere pubblicati per conto della Editrice Meridionale di Roma, ma non ebbe maggior fortuna che una gratuita  pubblicità su catalogo.

 

Vinnu Paroli

Edizioni varie a cura dell’Autore

"Vinnu Paroli" è un’opera siciliana nel suo intimo. Siciliano è il paesaggio, siciliani i personaggi, siciliane le situazione. Scritto quando il paese attraversava gli anni atroci del terrorismo, il poema affronta quelle tematiche…"Vinnu Paroli" non è un componimento politico o sociale, è uno sprazzo di buona poesia a volte anche pregevole.

Valerio Gibilisco

 

La Bibbia

Produzione Propria Edizione Limitata, 1995, Pagg. 176

Un impegno poetico rilevante per presentare ai lettori un’opera editoriale eccezionale e di grande valenza culturale.

Diario di Siracusa

…Ritengo doveroso, comunque, evidenziare un pregio o meglio un merito; ridare freschezza, vitalìlità e spessore culturale ad un’attività letteraria, ormai in disuso: il cantastorie.

Salvatore Salustro

Nel realizzare questo "Poema", Giuseppe Guarraci si prefigge di evidenziare lo scopo della "Bibbia" quale strumento di salvezza del genere umano…Un impegno poetico rilevante per presentare ai lettori un’opera editoriale eccezionale e di grande impegno culturale, pregna di vigore popolare che scaturisce da una parlata semplice e ricca di espressioni caratteristiche e di modi di dire inimitabili e intraducibili, che sono prerogativa esclusiva del nostro linguaggio.

Ermete Fantini

 

I racconti di Ortigia

Edizioni varie a cura dell’Autore

Più che dei racconti sono da considerare dei bozzetti poetico-pittorici di vita da gustare per il piacere emotivo che strasmettono.

Salvatore Salustro

 

Stagioni

Produzione Propria Edizione Limitata

Il poemetto "Stagioni" che il Guarraci sottotitola "considerazioni poetiche" si legge avidamente senza interruzione, così come è scaturito dall'animo del poeta in un liberatorio atto di ispirazione. A differenza dei precedenti lavori nei quali la tensione esistenziale si scaricava liberatoriamente colpendo il fruitore con immagini forti, talora provocatorie, per scuoterlo dal torpore della piatta e passiva quotidianità, questo ennesimo lavoro s'impone all'attenzione per la sua "misurata poeticità" o giusto equilibrio tra forma e contenuto... Ricollegandomi, quindi, a quanto espresso nella premessa posso affermare che il Guarraci, con questa opera, a mio modesto giudizio, ha raggiunto maturità poetica formale e contenutistica, consegnandoci "barlumi di luce".

Salvatore Salustro

 

Pensieri

Produzione Propria Edizione Limitata

Rare sono le volte nelle quali un poeta, leggendo un altro poeta, dice fra sé: questa poesia avrei voluto scriverla io.

Salvatore Salustro  

"Pensieri" sono delle considerazioni poetiche, come il suo autore li definisce, che fanno una analisi introspettiva nel pensiero umano tirando fuori, con appropriate espressioni autenticamente poetiche, varie sfaccettature dell’umano sentire.

Il Diario di Siracusa

Peccato che questo poemetto circoli soltanto in un ambito ristretto, data la sua tiratuta limitata soltanto a cento esemplari numerati, che l’autore riserva alla stampa, alla critica, alle biblioteche e agli amici.

I Fatti di Siracusa

 

Appunti per la riscostruzione di un Teatro comunale

dal 1740 ai nostri giorni

Produzione Propria Edizione Limitata

 

L’autore fa il corso dei vari contenitori che in quaranta lustri hanno offerto spettacolo nella nostra città…il saggio va oltre il teatro di via Roma e parte invece dal primo teatro storicizzato che fu costruito nella sala del senato di palazzo Vermexio fin dal 1740 per opera degli accademici aretuesei e del loro principe il conte Cesare Gaetani.

Ermete Fantini

 

Profili di uomini del teatro siracusano

Produzione Propria Edizione Limitata

 

Giuseppe Guarraci aggiunge un’altra perla alla storiografia del teatro siracusano che ebbe il suo massimo contributo con il libro "Cronache del Teatro Siracusano" pubblicato nel 1977.

I Fatti di Siracusa

Qui sono raccolti i principali dati storici, personali e di lavoro, di quei teatranti aretusei che aprirono la strada ai mattatori siracusani del nostro attuale Novecento … ogni profilo descritto da Guarraci diviene un ricordo, quello di una famiglia che più non si ritrova.

Corrado Cartia

Si tratta della raccolta di nove servizi giornalistici apparsi su quotidiani e periodici siracusani, che mettono insieme otto attori e un regista che hanno profuso le loro energie migliori nel teatro degli ultimi cinquant’anni.

Diario di Siracusa

Questo racconto di Guarraci inteso innanzitutto a delineare i profili umani ed artistici degli attori del teatro siracusano, si pregna al di là di tutto ... di una cocente e viva nostalgia per ciò che furono l'attività teatrale siracusana, il suo pubblico e la stessa Siracusa d'allora… E’ un autentico saggio storico sul teatro siracusano del Novecento.

Clito Zuccarini

 

Usi e costumi del popolo siciliano Pagine di vita siracusana

Produzione Propria Edizione Limitata

 

"Usi e costumi del popolo siciliano"… nasce proprio dalle ricerche fatte per quel giornale [L’Eco di Sicilia], un libro che reca una sua epigrafe che recita: "Un uomo libero quando nasce schiavo dei pregiudizi, delle tradizioni, delle usanze, delle abitudini e di questi pesi dovrebbe scrollarsi se vuole essere veramente libero". Così Guarraci apriva al "revival", raccogliendo storie di "Tidda" unica ricamatrice creata da Martoglio, "I pupi di zuccaru", a "trinca", " ’U sbaccaturi", o a ricordare una serata d’estate  a piazza Archimede, a due passi dalla "zippulara". C’è uno stile naif, serio e impegnato in un suo raffinato e puro stile discorsivo.

Corrado Cartia

"Usi e costumi del popolo siciliano" tratta delle pagine di vita siracusana che mettono su carta aspetti peculiari della nostra terra: abitudini, usanze, modi di fare e di dire. Ritrae come un fresco quadro, gli aspetti salienti e coloriti di una Siracusa degli anni Cinquanta, con le sue larghe barche, che collegavano Ortigia alla Borgata.

Vincenzo La Scola

"Usi e costumi del popolo siciliano - Pagine di vita siracusana" è il frutto della lunga collaborazione con il settimanale "L’Eco di Sicilia" di cui curò per anni la redazione della terza pagina… Con questa sua ultima pubblicazione Pino Guarraci dimostra di avere effettuato una ricerca ancor più minuziosa sul territorio e affinato ulteriormente il suo linguaggio narrativo, che acquista maggior coloritura espressiva per la viva emozione provata nel soffermarsi e riproporne i molteplici aspetti.

Arturo Messina 

 

Quarant’anni di storie e personaggi del teatro siracusano

Lombardi Editore, 2000

Si tratta di uno spaccato non solo artistico culturale della città, ma anche sociale e politico per i fermenti che ne animarono la evoluzione.

Giuseppina Mirabella

Guarraci, accanto alla descrizione dettagliata di notizie e di avvenimenti, alle citazioni da giornali e da scritti dei protagonisti, guarda quelle cronache con una certa nostalgia (forse perché ne fu in parte lui stesso protagonista) facendo rimpiangere quei tempi di pionerismo e di slanci.

Graziella Pulvirenti

Questo libro di Guarraci si impone all'attenzione e all'ammirazione di tutti i cultori dei valori culturali della nostra città per due motivi fondamentali: anzitutto ha il merito di inquadrare in chiave moderrna il teatro siracusano attraverso tutte le sue sfaccettature ma anche di richiamare alla memoria  del lettore attento una nobile tradizione che sembrava desueta e che invece adesso si sveglia ad una nuova aurora: la tradizione del teatro siracusano.

Corrado Piccione

Saluto questo volume che riporta il tema teatro in un dibattito attivo, sperando che ciò possa servire a gettare luce su nuove prospettive e nuovi impegni. Non possiamo disgiungere i siracusani del teatro dalle strutture teatrali. Sarebbe un grosso errore.

Paolo Giansiracusa

Un viaggio accurato quello affrontato da Guarraci, nel volume, all’interno del teatro siracusano, dal 1960 ad oggi, con validi contributi di Turi Ferro e Domenico Danzuso… la pubblicazione di Guarraci senza dubbio rappresenta una testimonianza fondamentale per la città.

Veronica Tomassini

Nel libro di Guarraci trovano posto centinaia di nomi di concittadini che hanno attraversato le vicende teatrali siracusane, lasciando un'orma indelebile e contribuendo validamente ad un'evoluzione concretizzatasi con le realtà ancora attive.

Bruno Marziano

Giuseppe Guarraci...racconta magistralmente nel loro svolgersi cronologico quei fermenti culturali e teatrali che animarono Siracusa dall'immediato dopoguerra e che si intrecciarono strettamente con la vita di una città che riscopriva con avida gioia la sua vocazione per il teatro.

Maria Galizia

Il libro di Guarraci narra delle storie e dei personaggi che da quarant’anni in qua, hanno fatto teatro a Siracusa, una cronistoria del teatro siracusano, inquadrato modernamente in tutte le sue sfaccettature, richiamendo una nobile tradizione siracusana, che speriamo si rinnovi.

Maria Concetta Iapichino

Piace l’ultima fatica del saggista nativo di Porto Empedocle che mostra uno spaccato suggestivo attraversato da grandi nomi quali Salvo Randone e Elena Zareschi.

Giuseppe La Delfa

 

Trilugia

Edizioni varie a cura dell’Autore Pagg.

"Trilugia" di Giuseppe Guarraci non é una "traduzione" nel senso proprio del termine, né un "rifacimento" a cui il poeta fa ricorso per proporre vicende e modi di rappresentarle in un momento in cui l'antico detto cinese "Un' immagine vale più di mille parole" trova la propria sempre pi¨ completa realizzazione. Il disegno a cui il poeta dà corpo é qui un altro: mettere in moto una maniera di raccontare che non sia fuga dalla storia nel mito o nella mitizzazione del reale.

In "Trilugia" non abbiamo lo sguardo distaccato del poeta colto che prova piacere a smontare meccanismi fissati da millenni in schemi prestabiliti; vi ritroviamo piuttosto un patrimonio di antichità che Guarraci intende recuperare dando vita ad un reticolo contestuale che ha i punti di maggiore forza non tanto nel disegno di rivitalizzare una cultura per appropriarci di identità perdute, quanto nel proposito di reinventare "storie" appartenenti ad un mondo la cui totalità si é infranta sotto i colpi di una cultura come la nostra sempre più votata al perseguimento di scopi edonistici ed evasivi.

Giuseppe Cavarra

Il primo premio infatti è stato assegnato a Pino Guarraci, uno dei migliori poeti non solo di Siracusa ma della Sicilia tutta. Egli ha recitato (ed egregiamente dobbiamo dire, giacché è stato anche speaker ed attore di buon talento!) i brani più significativi della sua triplice opera ispirata all'Iliade, all'Odissea e all'Eneide (da qui il titolo  "Triluggia").

Arturo Messina

 

Siracusa Teatro

Libera Associazione Poeti e Scrittori Siracusa, 2004

Da oltre trent'anni, con la pazienza del ricercatore, Giuseppe Guarraci annota ciò che è accaduto nell'ambito del teatro siracusano, utilizzando un metodo storiografico che pur non rinunziando ai grandi testi, mette a profitto il contributo dato da cronisti e recensori classificando persino piccoli ritagli di giornale, perché il suo testo: "Siracusa Teatro contributo alla storia del teatro siciliano", non si limita a raccontarci le storiche avventure del teatro greco-romano, o quelle del teatro medioevale, ma spazia nel Teatro dei pupi ed in quello dei gruppi amatoriali o semiprofessionisti che durante il Novecento hanno contribuito al risveglio culturale di Ortigia.

Andrea Bisicchia

Ma a prescindere dalla consistente validità di tali opere [di natura teatrale], che focalizzano la considerevole attività culturale e di ricerca da [Giuseppe Guarraci] svolta in quasi quarant'anni e che ha trovato valido sostegno nella passione che negli anni verdi ha nutrito per il teatro attivo amatoriale, per la recitazione che ha manifestato anche attraverso la diffusione radiofonica locale, dove si è distinto per diversi anni anche come speaker, corre l'obbligo di mettere in rilievo che egli è considerato uno dei poeti più sensibili, non solo in lingua, ma anche in dialetto, per cui ha meritato numerosi riconoscimenti. Egli infatti è uno dei primi artisti siracusani che hanno tenuto conto della necessità, per chi scrive in dialetto, dello studio del dialetto stesso, attraverso i tre mezzi che sono indispensabili per lo studio di qualiasi lingua; la grammatica, l'antologia dei migliori scrittori, il vocabolario.

Arturo Messina

Guarraci compie una sorta di corsa col tempo identificandosi come storico e come protagonista attore affidando alla memoria fotografica tutta una serie di avvenimenti, prose e risultati crititici di grande importanza.

Un libro che ha ricevuto anche consensi da parte di Andrea Bisicchia, docente universitario ed esperto di storia del teatro e dello spettacolo, nonché di Corrado Piccione, Aldo Formosa e tanti altri critici del settore. Il libro è stato presentato in una manifestazione apposita al Vermexio registrando successo di pubblico non indifferente.

Corrado Cartia

L'ultimo volume dello studioso Pino Guarraci, "Siracusa Teatro" è veramente la ricerca più ampia ed esaustiva sull'attività teatrale siracusana....Impossibile trovare spazio in una breve recensione per tutta la messe di notizie documentate e con ampio corredo finale di foto d'epoca e più recenti, che fanno di quest'ultima - almeno finora - fatica letterario di Pino Guarraci: un patrimonio, il suo, prezioso, per la storia di Siracusa in questo contesto artistico, che lascerà stupito il lettore e lo avvincerà fino all'ultima pagina.

Teresa Callari

…un’opera che certamente mancava per una reale conoscenza del patrimonio teatrale siracusano e che Giuseppe Guarraci affida ora alla sua città d’adozione affinché l’intimo profumo della scena teatrale si diffonda perennemente sul territorio e crei nuove linfe e nuovi artisti.

Giuseppe Aloisio

Davanti ad un pubblico, infoltito dalla presenza di numerosi teatranti, che è accorso nel salone del Senato di Palazzo Vermexio, Guarraci ha messo in evidenza una personalità "mito" della cultura  (non soltanto siracusana) come Corrado Piccione, e la doviziosa dottrina storica di Andrea Bisicchia. Lezione di saggezza, di equilibrio, di amore per Siracusa, di illuminata analisi critica non solo del libro ma anche delle motivazioni della sua genesi, e ancora lusinghieri elogi al lavoro di Guarraci da parte di Corrado Piccione, richiami storici di probante penitenza, spaziando sui "perché" e sui "percome" da una lontananza di secoli mettendo a fuoco una "consecutio" emozionante e ricca di anedottica da parte di Andrea Bisicchia.

Aldo Formosa

Mi complimento anzitutto della sua certosina pazienza nell’avere tolto dall’oblio tanti nomi e tanta letteratura classica dei siracusani, da meritarsi il rispetto che le deve il comune aretuseo, sebbene empedoclino, per avergli ricostruita dalle origini ad oggi la Storia teatrale dei suoi concittadini illustri.

…E il teatro popolare che manca, che fu appunto degli autori citati e che lo storiografo Giuseppe Guarraci - nel suo pregevole libro "Siracusa Teatro" -  dice hanno lasciato centinaia di copioni e titoli di drammaturgia siracusana…

Mauro Longo

 

Manhattan, 11 settembre 2001

Una riflessione sui tragici fatti che portarono a scrivere una delle più spietate pagine di violenza che la storia umana avesse potuto scrivere.

Pometto snello, incisivo, ammonitore, fiducioso nel recupero dell'Uomo.

In apertura contiene una lettera di ringraziamento del sindaco di New York Michael R. Bloomberg.

Lettera aperta ad Armando Greco…

Una ipotetica lettera scritta al giornalista siracusano Armando Greco, recentemente scomparso, e mai spedita, nella quale si chiede di informare i suoi amici più vicini del suo viaggio nell’aldilà e degli incontri con i tanti personaggi della cultura siracusana che lo avevano preceduto nell’ultimo viaggio "da cui nessun viandante fece mai ritorno".

A differenza delle altre sillogi questa ha freddato la critica e la stampa per il suo contenuto profondamente religioso che andava a cozzare con molte credenze che stazionano ai limiti del dettato biblico. Nessuno si è espresso!

Poemetto trasmesso nella clip appositamente realizzata dall’Autore che ha messo in crisi la stampa e la critica per la tematica trattata e non condivisa ma che rispecchia nella sua essenza la convinzione religiosa dell’Autore che trae questa sua convinzione dallo studio accurato della parola di Dio: La Bibbia.

Giuseppe Guarraci

 

Uomo chi sei?

La convinzione che il Poeta, perpetuo Orfeo, debba al­leviare le sofferenze umane con il suo canto, porta il Nostro alla conclu­sione di avere fallito la sua missione… Il ricordo è certamente quello di una sanguinosa guerra mondiale, che lasciò Nazioni distrutte e sepolte dalla vergo­gna di un eccidio che non risparmiò vite innocenti  e che si aprì ad un triste futuro.

La Seconda Guerra Mondiale, come ogni guerra, mostrò atrocità d'ambo le parti. Gli americani portarono la pace con la bomba atomica scagliata sulle città di Hiro­shima e Naga­saki, mentre i nazisti si resero famosi per lo sterminio di massa che coinvolse ebrei, omosessuali, sindacalisti, testi­moni di Geova, zingari ed altri considerati nemici del si­stema.

Da questi contrasti scaturisce la domanda dominante: Uomo, chi sei?

Introduzione al libro 

 

Ernesto Puzzo e l’Opera dei pupi nel siracusano

Edizione AICS, 2011

Un nuovo gioiello storico fa luce sulla grande epopea dei Paladini a Siracusa. "Astrolabio", impegnato da sempre in una capillare opera di divulgazione culturale, ringrazia Giuseppe Guarraci per aver autorizzato l’estrapolazione di brani e immagini originali dal libro al quale hanno dato determinante supporto L’Associazione Italiana Cultura e Sport (AICS) e Liddo Schiavo presidente AICS Sicilia.

Aldo Formosa

Il libro di Guarraci è uno stimolo per i siracusani ad avere quello scatto d’orgoglio che di questi tempi manca. Riappropriarsi della identità della vecchia Siracusa, quella dei banchi del pesce e del mercato di Ortigia. Riscopriamo insieme la nostra città, la nostra memoria, rivalutiamole.

Luciano Puzzo Siracusa

…un libro importante e per molti versi sorprendente. Importante perché mette in luce un periodo storico straordinario per l’Opera dei Pupi nella nostra città, evidenziando la sua capacità di incidere in modo determinante, e per molti anni, in tutto il teatro siciliano delle marionette.

Luciano Puzzo Roma

Proseguendo nella sua ricerca storica sui "pupi" di Siracusa e no, e più largamente sul Teatro e la letteratura in genere, iniziato nel 1973 presentato da Giovanni Calendoli e Ruggero Jacobbi, Giuseppe Guarracu esce ora con questo libro di grande importanza per il Siracusano tutto, storicizzando quello che rimane un personaggio quasi simbolico del teatro dei pupi siracusano, Ernesto Puzzo…

Corrado Cartia

Parlare dell’opera dei pupi è un discorso assai importante perché ubbidisce a quell’esigenza della ricerca di elementi storici antropologici che fanno assurgere la più grande rilevanza nelle tradizioni della nostra terra.

Liddo Schiavo

Le vicende della mitica famiglia Puzzo, Sebastianoo, Salvatore ed Ernesto, rivivono nell’opera di Giuseppe Guarraci, attento cronista e studioso del teatro dei Pupi siracusani.

Giuseppe Aloisio

Ha fatto bene a raccogliere storia e copioni del teatro dei pupi di Ernesto Puzzo, anche perché oggi mi sembra siano in tanti a definirsi suoi discendenti.

Mimmo Cuticchio

 

Ultimo novembre

Poemetto breve, scorrevole, leggibile, dal delicato intrec­cio di pensieri che scaturiscono dall'intimo sottobosco di una mente vissuta, nel quale la poesia nasce e si pone al lettore coin­volgendolo nella solitudine glaciale di un silenzio profondo che evoca la malinconica indifferenza esistenziale dove viene rele­gato il portatore di anni. Solo la promessa di un "Ultimo Novembre" non più preludio di un gelido inverno ma proiezione di una nuova primavera salda e duratura, è il messaggio di cui è destinatario il lettore, e nella sua essenza l'Uomo "che fa la volontà di Dio".

Cinzia Guarraci 

 

 

 

 

Per contatti: giuseppeguarraci@virgilio.it  

Le seguenti pubblicazioni , se disponibili, potranno essere richieste all'Autore richiedendole a giuseppeguarraci@virgilio.it